mercoledì 26 agosto 2009

A tutti gli Iscritti dell’Ordine

Ho seguito con attenzione gli incontri che si sono succeduti per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine.

Dal dibattito sono emersi due programmi. Uno sostenuto da colleghi del Consiglio uscente, l’altro sostenuto da vari colleghi che si pongono in alternativa e contrapposizione al primo . I programmi presentati, apprezzabili e meritevoli di attenzione, nella realtà sono molto simili nei contenuti, anche se traspare una visione diversa sulle problematiche legate al ruolo dell’Ordine, ai rapporti con la Fondazione, alla creazione di nuove iniziative utili alla formazione e aggiornamento della figura dell’architetto.

In realtà la differenza vera più che nei programmi presentati è individuabile nei colleghi scesi in campo che con le loro personalità, inevitabilmente diverse, potranno influire sull’attuazione dei programmi.

Oramai pare si stia delineando una competizione elettorale nonostante i tentativi di comporre un’unica lista.

Questa contrapposizione , seppure legittima, in questo momento non giova a nessuno .

Dallo scontro elettorale è molto probabile che il futuro Consiglio possa essere composto da colleghi dell’una e dell’altra lista con il risultato che il futuro Consiglio stesso, non possa esplicare appieno una politica condivisa, incisiva e omogenea degli architetti per gli architetti pratesi.

Oggi, con la grave crisi economica ed in particolare quella ancora più grave del nostro distretto, con la novità del cambiamento di guida politica della città, con l’aumentare dello stato di disagio economico e delle condizioni di lavoro della nostra categoria, è imperante il bisogno di unire le forze nell’intento comune di contribuire non solo alla crescita del ruolo dell’Architetto nella società ma ponendosi , l’Ordine, come soggetto attivo, nei confronti delle P.A., per la tutela e la difesa della libera professione.

Propongo se non sia il caso, nell’interesse di tutti gli iscritti, di ricercare con rinnovato spirito di collaborazione e alto senso di equilibrio, la possibilità di una ricomposizione condivisa nel programma e nelle persone da designare per la composizione del Consiglio dell’Ordine.

Devo comunque dire che al di la dei compiti istituzionali dell’Ordine, nei programmi presentati siano stati sottovalutati gli aspetti legati alla grave e difficile crisi economica che i colleghi stanno vivendo ed alle possibili iniziative che l’Ordine può assumere finalizzate, non solo al supporto della professione intesa come prestazione di servizi, ma anche a interventi e iniziative straordinarie e urgenti come la grave crisi ci impone.

Non penso che l’Ordine si possa sostituire o diventare un Sindacato, tutt’altro, ma credo che l’Ordine, senza prevaricare i limiti istituzionali, per la straordinarietà del momento, possa assumere iniziative propositive concrete alle P.A finalizzate a cogliere tutte le possibili opportunità di lavoro per i nostri iscritti liberi professionisti (non solo concorsi).

In quanto delegato a Inarcassa, incontrando tanti colleghi per esaminare e prestare servizi agli iscritti, posso dirvi che ho riscontrato uno stato di disagio economico che va sempre più aggravandosi per il perdurare di una crisi che non accenna a diminuire, in particolare nel settore edilizio.

La tutela della professione nel mondo del lavoro dovrebbe essere assistita e garantita dai sindacati. I nostri sindacati e non solo , penano a fare iscritti e le cause sono molteplici. La prima è da ricercarsi nel comportamento individualistico dei professionisti che ancora pensano di riuscire a fare tutto da soli (un tempo era vero) . La seconda consiste nella mancanza di finanziamento obbligatorio del sindacato. Stando così le cose i vari sindacati nazionali e provinciali, dove esistono, tirano a campare e languono nelle loro stanze non avendo i numeri, ovvero la forza politica sindacale per imporre ai nostri interlocutori istituzionali, programmi e richieste finalizzate alla difesa delle competenze e del lavoro al fine di vedersi riconosciute migliori condizioni dell’attività della libera professione.

In sintesi i nostri Organi di rappresentanza, corrosi dalla logica individualistica, sono più funzionali a chi li conduce che ai propri iscritti.

Oggi è necessario unire le forze acquisendo un maggiore senso civile di solidarietà della categoria nella consapevolezza che solo attraverso unità di intenti sarà possibile raggiungere obiettivi utili all’avanzamento economico e sociale dell’Architetto, riacquisendo una dignità professionale che è andata dissolvendosi nei processi evolutivi della società.

In questa ottica di difficoltà penso che il nostro Ordine debba porre al centro il problema del lavoro professionale superando culturalmente le divisioni e i corporativismi che hanno storicamente caratterizzato il mondo delle professioni intellettuali. In altre parole ci si dovrà adoperare per il coinvolgimento di tutte le professioni tecniche (ingegneri, geometri, geologi, periti) affinché attraverso un’azione comune e condivisa si possa avere una maggiore capacità di coinvolgimento delle P.A. su questi temi.

Il nascente Palazzo delle professioni può rappresentare già fin da ora il punto di partenza.

L’attuale crisi è spunto di riflessione sul fatto che se da un lato vi sono ingenti risorse nel nostro territorio (beni storici, artistici, paesaggistici e molte punte di eccellenza in vari settori della tecnologia) dall’altro non c’è sufficiente capacità di convogliare tali risorse in un virtuoso circuito economico e sociale.

Tali riflessioni inducono a fare alcune considerazioni :

- il settore delle costruzioni legato a piccole opere diffuse nel territorio può essere in grado di generare lavoro e ricadute in quasi tutti i settori dell’economia ;

- se si pensa all’area metropolitana Prato – Firenze – Pistoia e ad una strategia progettuale e produttiva rivolta al soddisfacimento dei molti bisogni delle città anche semplicemente orientata al settore delle opere pubbliche è già di per se un mercato immenso;

- solo nel vero rispetto dei contenuti e delle procedure : progetti realmente esecutivi – appalto – lavori secondo regole certe e condivise di evidenza pubblica saranno possibili sviluppo e lavoro in condizioni di trasparenza, nel rispetto dei tempi e dei costi (oggi la maggioranza degli appalti pubblici non vengono ultimati oppure vengono ultimati con aumento della spesa dovuta a carenze progettuali e allungamento dei tempi di appalto);

- il ruolo fondamentale dei tecnici all’interno della Pubblica Amministrazione deve limitarsi alla pianificazione e controllo; non è più possibile sopportare la concorrenza sleale che sistematicamente viene perpetrata nei confronti dei liberi professionisti. Come già detto in un programma occorre mettere in atto iniziative finalizzate al superamento delle norme che agevolano la progettazione all’interno delle P.A.

Sulla base di queste considerazioni, per dare ossigeno agli studi di progettazione e più in generale all’economia già in evidente stato di sofferenza per il blocco del settore delle costruzioni e con scarse prospettive di miglioramento a breve e medio termine (anche per le mancate opportunità, vedi Piano Casa Regione Toscana che è stato fatto senza sortire effetto alcuno). Propongo al futuro Consiglio di approfondire i seguenti temi e perseguire i seguenti obiettivi :

SETTORE PUBBLICO

Con la L. n. 201/2008 è stata silenziosamente introdotta una modifica al D.Lgls. 163/2006 (Codice degli Appalti). La norma che ha lo scopo di fronteggiare la crisi nel settore delle opere pubbliche e di semplificare le procedure d’appalto per i lavori sotto soglia di importo complessivo pari o superiore a € 100.000 e inferiori a € 500.000, permette l’affidamento dei lavori da parte delle stazioni appaltanti a cura del R.U.P., con procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara . La stazione appaltante sceglie l’offerta economicamente più vantaggiosa. Appare evidente la portata rivoluzionaria della norma anticrisi. L’innalzamento del limite da € 100.000 a € 500.000 oltre a comportare una notevole riduzione delle procedure può contribuire a migliorare il clima competitivo, riportando e concentrando la concorrenza su un piano squisitamente locale.

Tali novità legislative rappresentano opportunità di lavoro anche per la nostra categoria professionale in quanto gli incarichi inferiori a € 20.000 vengono assegnati dal R.U.P. e quelli superiori a € 20.000 e inferiori a € 100.000 nella sostanza può essere adottata la medesima procedura di gara attingendo dagli elenchi di professionisti previsti dal D.Lgls. 163/06.

In buona sostanza questo vuol dire che le categorie professionali interessate, nel nostro caso il Consiglio dell’Ordine, in accordo con le amministrazioni pubbliche, al fine di contenere gli effetti della crisi nel settore delle professioni tecniche potrebbero gestire nella massima trasparenza e concorrenza, secondo regole certe e condivise, l’assegnazione degli incarichi negoziati indicando gli offerenti con il sistema a rotazione in modo tale da consentire la partecipazione al maggior numero possibile di iscritti. Questo consentirebbe anche di eliminare offerte anomale e lesive della dignità professionale con offerte che oggi in alcuni casi arrivano a sfiorare il 70-80% di ribasso. E’ opportuno inoltre, in questa ottica, adoperarsi nei confronti delle P.A. affinché le risorse disponibili siano destinate per appalti di piccole dimensioni (inferiori a € 500.000), privilegiando lavori di manutenzione, riqualificazione e di innovazione tecnologica del patrimonio pubblico. E’ indubbio che una simile politica sugli appalti pubblici consentirebbe una ricaduta economica diffusa sul territorio oltre che sugli studi professionali apportando un reale contributo nel fronteggiare la crisi in atto.

SETTORE PRIVATO

L’effetto combinato di molti fattori tra cui la restrizione del credito, degli investimenti delle imprese private, la stessa vanificazione delle potenzialità e attese riposte nel varato Piano Regionale per l’Edilizia, hanno prodotto effetti dirompenti sia in termini di riduzione del volume di fatturato, sia in termini di occupazione con la conseguente drastica riduzione di lavoro per gli studi di architettura e ingegneria.

Di fronte a una simile situazione, nella quale gli studi professionali sono costretti a subire grossi effetti negativi senza un’adeguata capacità di reazione, è necessario che i nostri Organi di Rappresentanza, in primo luogo gli Ordini, si facciano carico delle problematiche connesse per mettere in atto tutte le iniziative possibili e compatibili ad agevolare il lavoro dell’architetto anche nel settore privato.

A tal fine si suggerisce :

- per stimolare gli investimenti privati, si chiede di valutare alle P.A. della Provincia di Prato l’adozione , almeno per un biennio, di provvedimenti che portino ad una semplificazione straordinaria Amministrativa per le attività di manutenzione e ristrutturazione interna dei fabbricati limitando al massimo la produzione di elaborati;

- adoperarsi per la rimozione di situazioni comportamentali, eccessivamente restrittive e prive di buon senso del personale tecnico di alcuni Comuni che incidono in modo negativo nello svolgimento del lavoro da parte dei colleghi Architetti;

- protocollo di intesa con il Presidente del Tribunale di Prato per l’applicazione trasparente e possibilmente univoca dell’art. 2233 del Codice Civile, comma 2, sulla determinazione dell’equo compenso delle prestazioni svolte dai professionisti iscritti, nei casi di vertenze con i committenti;

CONCORSI UNDER 40

Nel passato quadriennio l’Ordine ha intrapreso apprezzabili iniziative negli, interessi degli Architetti pratesi, volte alla concretizzazione di concorsi di architetture di importanti opere per la nostra città. Mi riferisco al concorso per la Misericordia, per la Camera di Commercio e l’ultimo quello della Chiesa della Visitazione a Galciana. Sono sicuramente state delle esperienze positive anche se non prive di polemiche sulla loro conduzione.

Per il futuro molta attenzione dovrà essere posta sulla designazione dei componenti le commissioni concorsuali. I criteri di valutazione dei concorsi non dovranno soltanto essere indicati nel bando ma dovranno essere manifestamente applicati e valutati fornendone gli esiti raggiunti a tutti i canditati. Sopratutto i componenti dovranno essere di riconosciuto valore nel campo dell’architettura, dell’ingegneria, dell’arte etc. a livello nazionale e/o internazionale.

Io penso a queste esperienze come base di partenza per migliorarsi aprendo una straordinaria stagione di concorsi di progettazione, alcuni dei quali riservata ai giovani Architetti under 40 con i quali i progettisti Senior potranno partecipare in qualità di Tutor.

Questo per contrapporre l’entusiasmo creativo e l’ingegno dei giovani all’instaurarsi di un clima di pessimismo, per guardare alla città di domani e al futuro con fiducia e ottimismo.

Quindi in parallelo alle iniziative di sostegno alla professione e incentivazione delle attività di riqualificazione, propongo che sia promossa e gestita, in accordo con la Provincia, (potrebbe essere un Ufficio di Coordinamento Provinciale costituito da rappresentanti della Provincia e degli Ordini Architetti e Ingegneri), una nuova stagione di concorsi per dare nuova linfa alla progettazione .

INARCASSA

Non è questo il momento di parlare delle problematiche della nostra Previdenza e assistenza anche perché questi problemi interessano soprattutto i liberi professionisti. Ma credo che anche per i dipendenti pubblici (con previdenza ad altro Ente) i quali svolgono anche la libera professione, andrà aperta una base di discussione sulla opportunità o meno di corrispondere il contributo integrativo sulle parcelle (che passerà dall’attuale 2% al 4%) all’Inarcassa.

Sento comunque in dovere di darvi un accenno sulla situazione che si è venuta a creare a seguito dei recenti avvenimenti che hanno portato, con metodi arroganti da parte del C.d.A., all’approvazione degli insostenibili aumenti dei contributi, oggi divenuti, per l’acuirsi della crisi, ancora di più insostenibili.

La tempesta finanziaria che si è abbattuta sull’economia mondiale ha toccato e falcidiato anche gli investimenti mobiliari fatti dagli Amministratori di Inarcassa.

Solo dopo insistenti e ripetute richieste da parte di molti delegati al C.d.A., sono stati forniti in modo dettagliato i tabulati dei titoli monetari, obbligazionari, azionari e fondi chiusi in possesso di Inarcassa al 30.09.2008 con relativi utili e perdite.

Ebbene ! dalla stima portata in bilancio le perdite a tale data ammontano a circa € 350.000.000 – C’è chi le ha stimate anche in misura superiore.

Dopo l’approvazione a maggioranza dei contributi avvenuti a luglio 2008 si sono succedute iniziative e atti di protesta provenienti dagli iscritti di ogni parte d’Italia.

Noi stessi delegati contrari agli aumenti, nelle forme e nei modi consentiti dallo Statuto, abbiamo costretto il C.d.A. a riaprire il dibattito su questi temi senza però riuscire a modificare il deliberato di luglio in quanto già approvato a maggioranza.

La delibera di approvazione è stata impugnata ricorrendo al TAR del Lazio per irregolarità nelle procedure di approvazione. A questo sono seguite prese di posizioni critiche nei confronti di questa manovra sulla sostenibilità da parte di molti Ordini degli Architetti e degli Ingegneri, ritenuta improponibile in questo particolare momento di crisi.

Per “nostra fortuna” gli aumenti ancora non sono entrati in vigore (il 1° aumento sarebbe dovuto scattare il 1 gennaio 2009) perché non ancora approvati dai Ministeri Vigilanti (Tesoro, Giustizia e Lavoro) .

Probabilmente i Ministeri, forse più previdenti dei membri del C.d.A. e di tutti delegati di maggioranza, stanno frenando l’approvazione sia per i ricorsi presentati e per il generale malcontento sia per una maggiore consapevolezza che di questi tempi, con la crisi economica incombente e il conseguente grave disagio economico in cui versano gli studi tecnici, sarebbe veramente impopolare per gli Ingegneri e gli Architetti sopportare tali aumenti. Questo non vuol dire eludere il tema della sostenibilità : vuol dire piuttosto che gli aumenti possono attendere tempi migliori.

In questo momento il clima che si respira all’interno del comitato dei delegati non è dei migliori per il fatto che gli avvenimenti passati e quelli imminenti (rinnovo degli organi statutari di Inarcassa) hanno creato lacerazioni e più in generale una situazione di contrapposizione all’interno del C.d.A..

Si spera che il rinnovo del prossimo C.d.A possa rappresentare l’occasione affinché sia costituito da persone che con competenza, equilibrio e unità di intenti possa condurre il nostro Ente di Previdenza e Assistenza ai migliori traguardi per gli Ingegneri e gli Architetti. Per questo noi ci adopereremo.

Rimango a vostra disposizione per ogni servizio ed informazione che vi possa essere utile, invitandovi a farmi pervenire eventuali suggerimenti, proposte e consigli utili al mio compito.

Arch. Vincenzo Gorgoglione.

 

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